venerdì 23 dicembre 2011

FORUM CITTA' DEI GIOVANI - PROGRAMMA DI LAVORO DI MIRKO MALCANGI


PROGRAMMA DI LAVORO: SETTORE AMBIENTE, 
TERRITORIO E MOBILITA’
Mi chiamo Mirko Malcangi, ho ventidue anni e frequento il quarto anno di

giurisprudenza. Ho deciso di candidarmi perchè credo che anche Andria,

come le grandi Città, debba dare a tutti i giovani la possibiltà di esprimersi,

e il ''FORUM CITTA' DEI GIOVANI'' può essere un ottimo punto di

partenza per tutti Noi.

INSIEME POSSIAMO FARCELA!

(si vota il 29 dicembre dalle 15:30 presso il Chiostro di S. Francesco)
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‘’Non cambieremo mai le cose combattendo la realtà esistente. Per cambiare
qualcosa dobbiamo costruire un modello nuovo che renda la realtà obsoleta.’’ 
 B. Fuller

Il 29 dicembre prossimo è un appuntamento importante per tutti i giovani 
della Città di Andria. In questa data ci viene offerta la possibilità di dar vita 
ad un progetto che, dopo tanti anni, è finalmente riuscito a partire. Tutti i giovani 
che in questi giorni hanno deciso di adedire al ‘’Forum’’ devono sentire la 
responsabilità di avere tra le mani uno strumento con il quale si può finalmente 
riscattare l’immagine della Città, facendo in modo che il solito ‘’questa Città 
non offre niente’’ venga definitivamente bandito dal vocabolario comune. 
O almeno si cerchi di farlo gradualmente. È arrivato il momento di mettersi 
in gioco. È finito il periodo di essere spettatori. Bisogna essere protagonisti.

1) PISTE CICLABILI : dopo il crescente sviluppo dell’uso delle biciclette
occorrerà l’impegno di tutti per la realizzazione, anche ad Andria, delle piste
ciclabili, prendendo come punto di partenza le grandi e le medie arterie cittadine: 
Via Ferrucci – Via Barletta, Viale A. Gramsci – Via Trani, Via Bisceglie, 
Via G. Verdi, Via P. Togliatti, Viale P. Nenni, Viale Dalmazia, Viale Puglia,
Viale Goito, Viale V. Giulia, Viale Roma, Via Firenze, Via Napoli, 
Via Milite Ignoto, Corso Cavour, Viale Istria, Via P. San Lorenzo, 
Via G. Bovio, Via F. Orsini, Via Annunziata, Via D. R. Lotti, Viale Ausonia, 
Via Muzio Scevola.

2) TRAFFICO E TRASPORTO PUBBLICO:
a) formulare al Consiglio Comunale una proposta affinchè venga inserito
all’interno della Statuto comunale un punto con in quale viene resa 
obbligatoria la chiusura del centro cittadino al traffico veicolare una volta 
ogni quindici giorni.
b) rafforzare le corse autobus attivando una campagna di informazione 
sugli orari e sui percorsi: uno dei motivi per i quali oggi il trasporto pubblico
stenta a partire è proprio la mancanza di queste due informazioni
3)RACCOLTA DIFFERENZIATA: come giovani abbiamo nelle nostre
mani il futuro della nostra Città e di certo non vogliamo che la situazione
peggiori. Va migliorata. Dobbiamo impegnarci per avviare in tutte le scuole 
e nella Città una costante campagna di sensibilizzazione sulla differenziazione 
dei rifiuti. Uno dei motivi per i quali oggi non si differenzia è perché non 
tutti sanno come differenziare.


4)EDILIZIA – AREE VERDI:  
a) Stop al consumo di suolo, sì ad una edilizia di RECUPERO dell’esistente 
e di trasformazione delle aree dismesse. Ricostruire, come in tanti comuni, 
gli edifici vecchi. Oggi l’assalto al suolo non è giustificato da una crescita
demografica come negli anni Settanta, ma è motivato da sole ragioni speculative: 
Andria ha subito in questi ultimi anni una cementificazione sconsiderata che
deve cessare. E’ la stessa Costituzione italiana a tutelare il paesaggio. 
Tocca a noi uomini rispettarlo.
b) pensare a nuovi spazi che potrebbero diventare i nuovi polmoni verdi 
della Città. Punto di partenza potrebbe essere la riqualificazione della 
PALESTRA VERDE (Pineta) dallo stato di abbandono in cui è oggi.

5) PASSAGGI A LIVELLO: un problema che nell’ultimo periodo
sta diventando increscioso, estenuante. Come eliminare il problema prima 
dell’interramento della ferrovia?
a)Chiudendo il tratto Andria – Barletta,partendo dal presupposto che
i viaggiatori barlettani che raggiungono Bari utilizzano le ferrovie 
dello Stato. Situazione confermata anche dal fatto che il prezzo del 
biglietto Barletta – Bari, con le ferrovie dello Stato, è pari a quello della 
tratta Andria - Barletta. La tratta ferroviaria Andria – Barletta potrebbe
essere sostituita con un un servizio alternativo su gomma a metano, 
e quindi a basso impatto ambientale.
b) Spostando la stazione centrale in Via Bisceglie (dove è già prevista
la nascita di una stazione sud). Questo consentirebbe di eliminare il 
problema dei passaggi a livello per Viale Gramsci – Via Trani, Via Ospedaletto,
Via Barletta e Via Vecchia Barletta.





                                                                         
                                                                                                               

                                                                                                                  Mirko Malcangi

venerdì 9 dicembre 2011

LA BAT REGALA 700.000 EURO ALLA PRIVATA ''LUM''

Dopo le proteste degli ultimi giorni, c'è chi ancora sostiene che un polo 

universitario nella Bat porterebbe solo dei vantaggi per il territorio.

Qualcuno addirittura afferma che si potrà studiare comodamente da casa.

Ma questi signori sanno che la retta d'iscrizione ammonta a 4000 euro?

Quanti famiglie, viste le condizioni in cui versa il Paese, potrebbero

sostenere questi costi?

Ecco l'articolo apparso oggi sulla ''Gazzetta del Mezzogiorno''




domenica 27 novembre 2011

BORSE DI STUDIO PER STUDENTI DELLA BAT



I 500.000 euro stanziati dalla provincia Bat e i 200.000 euro dagli undici comuni rientranti

nel Patto nord barese ofantino, a favore di un’università privata, rappresentano l’ennesimo

schiaffo all’università pubblica. Ben 700.000 euro, quindi, messi a disposizione come

borse di studio, per l’accesso ad un’università privata che sorgerà sull’Andria – Trani.

Un vero e proprio regalo della provincia e dell’ente pubblico ad un ente privato.

Il presidente del Patto territoriale Tarantini parla dell’università privata in oggetto come

la migliore secondo i dati Censis. Ma aldilà del valore formativo che questa può offrire,

non sarebbe più opportuno utilizzare queste somme sottoforma di borse di studio per

studenti della Bat che frequentano le università pubbliche di Bari, Foggia, Napoli,Roma,

Milano, Bologna, ecc.? Con lo stanziamento di questa cifra si vuole evidenziare

l'importanza di questa operazione. Questo significherà più iscritti ad un'università

privata - dodicesima su quattordici nella graduatoria delle private. Non si vuole,

e ci tengo a ribadirlo, focalizzare l’attenzione sulla qualità di questo polo universitario,

ma mi pongo delle domande: quanti saranno poi quegli studenti che avranno la possibilità

di permettersi di proseguire gli studi in un ente privato,visto che l’ammontare della borsa

di studio basta a malapena a coprire le spese per l’iscrizione ad un solo anno universitario?

È opportuno favorire un’università che vanta solo due corsi universitari,quali quelli di

giurisprudenza ed economia? Perché non porre le basi per aprire uno sportello 

universitario che abbia più corsi di laurea?

mercoledì 9 novembre 2011

GOVERNO DI LARGHE INTESE: PERCHÈ?

Bersani, Vendola, Casini e Fini

Governo di larghe intese, elezioni subito, primarie. Queste le parole più battute dalle agenzie. Queste le parole più ricorrenti nei titoli dei giornali. Queste le parole più pronunciate negli ultimi giorni. Sel, Idv e Pdl vogliono subito le elezioni. Per interessi diversi, ma le vogliono. Il Pdl riuscirebbe a confermare larga parte dei fedelissimi. Sel -che i sondaggi danno al 7-8%- le vorrebbe per entrare in parlamento. L'Idv, all'8%, vede vicine le due cifre. Interessi da baraccone quelli di Idv e Sel. Così gli ha definiti Eugenio Scalfari a ''Otto e Mezzo'' da Gruber. Si lamentano del costo delle elezioni però le vogliono. Appoggiano il referendum per l'abolizione del ''Porcellum'', ma vogliono andare al voto con questa legge elettorale. I misteri della vita. Il Pd sostiene un governo di larghe intese. Perchè più opportuno un governo di transizione? Sicuramente per approvare una nuova legge elettorale, evitando di ritrovarsi in parlamento le improduttività che vi siedono oggi, restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare. Magari si riuscirebbe anche ad approvare una legge per tassare i grandi patrimoni. Per il momento ci accontentiamo della legge elettorale. Vogliamo votare. Ma vogliamo votare chi diciamo noi.

EVVIVA I GIOVANI!






Quello che dice Bersani è vero: se il Pd fosse quello che descrivono i giornali, e cioè un partito dilaniato dalle divisioni interne –qualcuno parlava di diciassette correnti- non sarebbe il primo partito italiano. E' passato dal 23% al 28,5% nell'arco di un anno. La risalita è iniziata il 14 dicembre. Un risultato abbastanza scontato. Infatti, basti
ricordare quanto successo a Milano durante le elezioni di primavera: Pisapia, che del Pd non è, vince le elezioni primarie e il Partito Democratico, alle elezioni comunali, diventa il primo partito di Milano. Da sempre la roccaforte di un partito, o meglio due, che oggi ha il maldipancia. Non è la prima volta che il Pd perde le primarie. Forse bisognerebbe prendere questo dato in considerazione, come un dato sul quale riflettere, per migliorare.Salvo ripensamenti dell’ultim’ora, prima delle prossime elezioni, ci saranno le primarie di coalizione. Chissà che non sarebbe il caso di fare prima le primarie di partito. Anche se, come dice Renzi, lo statuto o lo si applica sempre o non tto tanti giovani, con una bandiera in mano lo si applica mai. E applicando lo statuto il candidato che correrebbe per Palazzo Chigi dovrebbe essere Bersani. Bersani protagonista di  piazza San Giovanni. Una piazza così non la si vedeva da anni. Una piazza gremita di gente. Tanta genteE soprattutto tanti giovani, con una bandiera arancione in mano e negli occhi una sola speranza: veder crescere con loro un partito nato da qualche anno. Giovani su cui sino ad oggi hanno scommesso in pochi. Per non dire nessuno.Qulcuno dice: ‘’Ai giovani non interessa la politica!’’. Un'affermazione indiscutibile, ma che andrebbe letta con un’ottica diversa. Ai giovani non interessa la politica perchè l’attuale classe dirigente non crede in loro. Ma in politica si sa, lo spazio bisogna guadagnarselo.Negli ultimi anni non si è riusciti a trasmettere un semplice messaggio: ‘’La politica è la vita, la vita di una comunità, la vita di una nazione.’’ Si torni a fare formazione all’interno dei partiti. Solo così si potrà formare e contare sulla nuova classe dirigente.Un primo passo il Pd potrebbe farlo: una volta salito al governo basterà ridurre costi e posti della politica. Evviva i giovani!

domenica 6 novembre 2011

U(DC) vs PD : E se il competitor del centro sinistra fosse proprio il terzo polo?

il leader dell'Udc Pierferdinando Casini

In inglese competitor indica da tempo il rivale, l’antagonista (persona o squadra) specialmente nelle gare sportive. Oggi il competitor lancia la sfida ai concorrenti nella grande arena del mercato economico e politico.
Sono già tre i parlamentari che hanno lasciato la maggioranza e che hanno trovato alloggio nel terzo polo. Nell'Udc per la precisione.
Sembrano ben distinguibili, al momento, i tre schieramenti che si presenteranno alle prossime elezioni: l'attuale maggioranza che perde pezzi, il terzo polo che è diventato un centro accoglienza per i malpancisti e il centro sinistra formato da Pd, Idv,Sel e Fds capeggiato da Bersani. 
Nei prossimi giorni potrebbe delinearsi una situazione del genere: altri esponenti del Pdl potrebbero lasciare per approdare nell'Udc, che si rafforzerebbe. Anche se, al momento, solo come gruppo parlamentare. Mai e poi mai i malpancisti cercherebbero rifugio nel Fli e tanto meno in uno dei partiti del centro sinistra.
E' chiaro quindi che l'Udc non si presenterà alle prossime elezioni con il Partito Democratico, ma che, invece, potrebbe essere il suo principale antogonista.
Dopo esser stato trombato alle politiche del 2008, sembra che anche il sindaco di Andria stia paventando (la notizia è di qualche settimana fa) il ritorno con il partito di Casini.
Un amore mai naufragato.

lunedì 24 ottobre 2011

QUANDO IL SESSO FA POLITICA

On. Elena Anna Staller

Era il 1987 quando Elena Anna Staller venne eletta deputato nella X legislatura del Parlamento

italiano. 20.000 preferenze. Risultando seconda, nelle liste del Partito Radicale. Prima di lei

Marco Pannella. Se qualcuno va a leggersi la biografia politica della Staller potrà notare

sicuramente una cosa: proposte concrete. Non si parla certo del ritorno dei dinosauri. C'è ne

sono già tanti in politica. Nel 1991 fonda il Partito dell'amore. Quello vero. Si batte contro ogni

forma di violenza e contro l'uso indiscriminato degli animali per esperimenti scientifici, per la

depenalizzazione della droga, contro ogni forma di censura, e infine per una sana educazione

sessuale nelle scuole, facendo campagne di informazione sui pericoli dell'AIDS. Se ci fosse

almeno uno di questi punti nei programmi elettorali attuali avremmo raggiunto almeno il punto

di partenza delle proposte politiche. Il 27 settembre 2011 annuncia la sua candidatura a sindaco

di Monza. Tra gli avversari Emilia Cucciniello, vero nome di Milly D'Abbraccio.

Compirà 60 anni il 26 novembre e dal mese successivo percepirà il vitalizio previsto dalla legge.

Circa 3 mila euro lordi al mese.

lunedì 17 ottobre 2011

INCENDIO VIA BARLETTA : SUBITO LO SPOSTAMENTO DELLE SCUOLE

La facciata del capannone in via Barletta

La notizia dell’incendio (video) scoppiato oggi ad Andria, in un’azienda di smaltimento

rifiuti, ha avuto una risonanza maggiore per aver comportato l’evacuzione dell’adiacente

capannone. Un capannone che, diversamente da quello che si potrebbe pensare, ospita tre edifici

scolastici: biennio Liceo Scientifico, grafico pubblicitario,Ipssia.

La questione è da tempo sul tavolo della poltica cittadina e provinciale, anche

se non se ne parla. Sono più di 400 i giorni da quando non vengono date risposte

sulla dislocazione degli istituti scolastici in questione in sedi a norma.

A porre le domane sono professori e dirigenti scolastici.

Vogliamo una Politica più matura, che metta al centro del dibatitto politico questioni

serie come scuola e lavoro.

Non capiamo come mai i soldi per gli affitti degli uffici provinciali, dislocati da Andria

a Barletta e da Andria a Trani per i soliti contentini politici, ci siano e per questioni più

importanti no. Qualche atto politico sulle questioni giovanili non farebbe male a nessuno.

sabato 15 ottobre 2011

Se ai giovani laureati non rimane che il Censimento - Michele Palumbo


(fonte @la gazzetta del mezzogiorno _ 15/10/11)

''Il 15° Censimento della Popolazione, prima ancora che vengano esaminate le indicazione che

daranno i cittadini, ha già fornito una risposta. Quella riguardante la drammatica situazione del

lavoro giovanile nel nostro territorio. Ad Andria ( ma è facile immaginare che la realtà sia uguale

anche nelle altre città della provincia di Barletta, Andria, Trani), il Comune ha pubblicato un

bando per reclutare i rilevatori necessari al censimento (cureranno la consegna del questionario,

dal prossimo 23 ottobre, alle famiglie numerose e alle persone trasferite in città dopo il 31

dicebre 2010). Hanno risposto al bando tantissimi (centinaia e centinaia) di giovani, moltissimi

dei quali laureati, anche con votazioni molto alte, da 110 e lode a 108. La situazione, dunque, è

questa, veramente drammatica: nelle nostre città, nel nostro territorio, i giovani, anche laureati,

sono nella triste condizione di dover contare, quando capita, su lavori ed impieghi saltuari, con

ovviamente retribuzioni limitate. E fare il rilevatore per il censimento è una di queste occasioni

per i giovani che non hanno un'occupazione. Spesso lo si dimentica, ma in realtà quella del

lavoro è la questione principale da affrontare, a parte tutte le chiacchiere nazionali e locali. E,

invece, i giovani spesso sono sommersi ed affossati dal chiecchiericcio inutile e dalle indecenti

scemeze che bloccano il Paese, dalla mancanza d vere strategie per rilanciare l'occupazione

giovanile, dal maldestro tentativo di politicanti scambiati per politici, di puntare allìeffimero

sviluppo piuttosto che al ragionale progresso. E, dunque, un'avvilente verità sta già emergendo

dal 15° censimento generale: l'essersi trasformato in un censimento sulla disoccupazione

giovanile, soprattutto nel Sud. Indignarsi, a questo punto, è cosa buona e giusta.''

mercoledì 12 ottobre 2011

RILEVATORI CENSIMENTO: ANNULLARE LA GRADUATORIA


L'amministrazione comunale deve ANNULLARE la graduatoria dei rilevori del

censimento. Si deve procedere ad una più equa distribuzione: 50% laureati e 50 %

diplomati.

Del tutto discutibili, quindi, le modalità di scelta dei rilevatori del censimento.

Perchè? Perchè aver permesso a circa 400 diplomati di partecipare per poi escluderli

in toto forse manifesta una modalità di scelta sbagliata a monte. Però, magari fossero

solo i diplomati!

Ci sono oltre 300 giovani laureati, alcuni anche di lungo corso, nella nostra città che

non hanno prospettive occupazionali, tanto che hanno visto in questo bando un’occasione

imperdibile.E se si considera che l’ultimo laureato selezionato, aveva conseguito un voto di

laurea pari a 108 su 110 e lode, allora si ha un quadro ancora più sconsolante: nella nostra città

neanche un voto di laurea molto alto consente di accedere agevolmente al mondo del lavoro e

delle professioni.

Un mondo quello delle professioni nel quale si accede soltanto dopo lunghissimi “tirocinii” non

retribuiti, che in realtà sono veri e propri rapporti di lavoro subordinato fatto gratuitamente.

Un triste dato della realtà cittadina a cui va ad aggiungersi il fatto che molti giovani preferiscono

emigrare per cercare lavoro. E infatti in altre zone del Paese il lavoro lo trovano.

La politica locale ha il dovere di aprire una seria riflessione su questa realtà. Bisogna dare una

prospettiva di speranza a tutti coloro che vorrebbero mettere in pratica il proprio

talento nella propria città. Una città che invece si impoverisce giorno per giorno di quelle

effervescenze che dovrebbero diventare nuova classe dirigente. Non solo politica, ma

economica e sociale.

lunedì 10 ottobre 2011

Il Rottamatore


Da poco ho finito di leggere un libro. E voglio osare dicendo che è uno di quei libri che vanno letti. In questo periodo in maniera particolare.

Credo, però, che racchiuda una questione che potrebbe essere di attualità in ogni momento storico.

Mai come oggi gli italiani avvertono la distanza che li separa dalle istituzioni.

Ma forse ‘’istituzioni’’ è una parola un po’ troppo tecnica e quindi meglio dire: mai come oggi gli italiani avvertono la distanza che li separa dalla politica. Lo dimostrano i dati dell’astensionismo. A Napoli, ad esempio, durante l’ultima tornata elettorale, la metà degli aventi diritto al voto non è andata a votare al ballottaggio. Il neosindaco è stato sì eletto con oltre il 60% dei consensi, ma quel oltre 60% è il 60% della metà degli aventi diritto al voto.

Mai come nell’ultimo periodo gli italiani hanno deciso di non scegliere i propri rappresentanti non avendo, non vedendo, non potendo scegliere un’alternativa valida all’attuale maggioranza di governo.

Il libro si chiama ‘’Fuori!’’ ed è stato scritto da un tal Matteo Renzi. Sindaco del Partito Democratico. Governa una città chiamata Firenze. Ha vinto le primarie contro un candidato riconducibile a un certo Massimo Dalema.

Il messaggio che vuole lanciarci è chiaro: ricostruire un centrosinistra credibile, con delle idee valide e soprattutto con dei nuovi protagonisti.

E’ chiaro di come un centrosinistra credibile possa formarsi oggi soltanto attraverso lo strumento delle primarie, le quali permettono ai cittadini di scegliere i propri candidati. Io aggiungo che le primarie dovrebbero essere il punto di partenza per tutte le competizioni elettorali.

E’ chiaro che delle idee valide non possono essere costituite solo da critiche all’attuale maggioranza di governo. Critiche che non bastano ad acquisire consensi. Bisogna proporre un progetto. Di centrosinistra. Non un inciucio.

Ed è chiaro di come i nuovi protagonisti non possano essere chi siede al Parlamento da più di due legislature. La politica ha bisogno di volti nuovi. E in questo lo statuto del Partito Democratico può esserci d’aiuto quando dice che dopo due legislature bisogna ritirarsi. Ma è una di quelle regole talmente fatte bene che nessuno le rispetta.

‘’L’attuale classe dirigente del Paese ha già avuta la propria possibilità di cambiare le cose. Qualcosa è stato fatto, per carità. Nessuno ha il diritto di dipingere con una visione manichea e ideologica tutto il passato. Ma è constatazione palese, evidente agli occhi della stragrande maggioranza dei cittadini, comunque la pensino, chiunque votino, che questa generazione ha sprecato il proprio colpo in canna.’’

Renzi sta passando alla storia come il Rottamatore del Partito Democratico. Ma ci tiene a precisare che ‘’quell’espressione non è un inno al giovanilismo senza cervello, ma la fisiologica esigenza di un ricambio in Parlamento’’.

Ovviamente, consiglio questo splendido libro come punto di partenza per una nuova stagione politica.

Perchè un blog? Prima parliamo di Politica

Carl Schmitt - filosofo politico

Politica

(dal greco tà politikà, le cose che riguardano la polis, la città). L'insieme delle relazioni fra gli esseri umani, considerate dal punto di vista del potere, del conflitto, dell'ordine, dell'agire collettivo.

Le innumerevoli definizioni di politica - 'arte regià per Platone, rapporto amico/nemico per Carl Schmitt, 'sangue e m...' per Rino Formica - dicono più cose su chi le propone, e sui suoi tempi, che non su ciò che è definito: la politica è una dimensione nativa e essenziale dell'umanità, come il linguaggio o l'amore o l'economia, che trova infinite declinazioni, innumerevoli determinazioni, numerosissime forme istituzionali e altrettante legittimazioni.

C'è politica perché i rapporti fra esseri umani sono sempre rapporti di potere; perché tali rapporti generano conflitti; perché i conflitti devono trovare un ordine in cui si compongano; perché sul senso, la finalità, le forme, dell'ordine sorgono nuovi conflitti. C'è politica, insomma, perché gli esseri umani coesistono in modalità complesse, in intrecci di potere, che essi stessi hanno il potere di costruire e variare - in modo pacifico o violento, lentamente o bruscamente - dato che quelle modalità di coesistenza non sono stabilite dalla natura (a differenza di quanto succede negli animali sociali come le api).

Dunque non ci si può disinteressare della politica - questa ci coinvolgerà comunque - , né abolirla, sostituendola con le 'leggì dell'economia e della tecnica: se queste leggi governassero le cose umane, sarebbero esse stesse politica. Anzi, il primo gesto politico di un uomo o di un gruppo di uomini è acquisire consapevolezza della presenza intrascendibile della politica, e al tempo stesso della sua modificabilità a opera dell'agire umano. La politica è un destino, ma è un destino a cui possiamo dare forma con la ragione e con l'azione.