lunedì 24 ottobre 2011

QUANDO IL SESSO FA POLITICA

On. Elena Anna Staller

Era il 1987 quando Elena Anna Staller venne eletta deputato nella X legislatura del Parlamento

italiano. 20.000 preferenze. Risultando seconda, nelle liste del Partito Radicale. Prima di lei

Marco Pannella. Se qualcuno va a leggersi la biografia politica della Staller potrà notare

sicuramente una cosa: proposte concrete. Non si parla certo del ritorno dei dinosauri. C'è ne

sono già tanti in politica. Nel 1991 fonda il Partito dell'amore. Quello vero. Si batte contro ogni

forma di violenza e contro l'uso indiscriminato degli animali per esperimenti scientifici, per la

depenalizzazione della droga, contro ogni forma di censura, e infine per una sana educazione

sessuale nelle scuole, facendo campagne di informazione sui pericoli dell'AIDS. Se ci fosse

almeno uno di questi punti nei programmi elettorali attuali avremmo raggiunto almeno il punto

di partenza delle proposte politiche. Il 27 settembre 2011 annuncia la sua candidatura a sindaco

di Monza. Tra gli avversari Emilia Cucciniello, vero nome di Milly D'Abbraccio.

Compirà 60 anni il 26 novembre e dal mese successivo percepirà il vitalizio previsto dalla legge.

Circa 3 mila euro lordi al mese.

lunedì 17 ottobre 2011

INCENDIO VIA BARLETTA : SUBITO LO SPOSTAMENTO DELLE SCUOLE

La facciata del capannone in via Barletta

La notizia dell’incendio (video) scoppiato oggi ad Andria, in un’azienda di smaltimento

rifiuti, ha avuto una risonanza maggiore per aver comportato l’evacuzione dell’adiacente

capannone. Un capannone che, diversamente da quello che si potrebbe pensare, ospita tre edifici

scolastici: biennio Liceo Scientifico, grafico pubblicitario,Ipssia.

La questione è da tempo sul tavolo della poltica cittadina e provinciale, anche

se non se ne parla. Sono più di 400 i giorni da quando non vengono date risposte

sulla dislocazione degli istituti scolastici in questione in sedi a norma.

A porre le domane sono professori e dirigenti scolastici.

Vogliamo una Politica più matura, che metta al centro del dibatitto politico questioni

serie come scuola e lavoro.

Non capiamo come mai i soldi per gli affitti degli uffici provinciali, dislocati da Andria

a Barletta e da Andria a Trani per i soliti contentini politici, ci siano e per questioni più

importanti no. Qualche atto politico sulle questioni giovanili non farebbe male a nessuno.

sabato 15 ottobre 2011

Se ai giovani laureati non rimane che il Censimento - Michele Palumbo


(fonte @la gazzetta del mezzogiorno _ 15/10/11)

''Il 15° Censimento della Popolazione, prima ancora che vengano esaminate le indicazione che

daranno i cittadini, ha già fornito una risposta. Quella riguardante la drammatica situazione del

lavoro giovanile nel nostro territorio. Ad Andria ( ma è facile immaginare che la realtà sia uguale

anche nelle altre città della provincia di Barletta, Andria, Trani), il Comune ha pubblicato un

bando per reclutare i rilevatori necessari al censimento (cureranno la consegna del questionario,

dal prossimo 23 ottobre, alle famiglie numerose e alle persone trasferite in città dopo il 31

dicebre 2010). Hanno risposto al bando tantissimi (centinaia e centinaia) di giovani, moltissimi

dei quali laureati, anche con votazioni molto alte, da 110 e lode a 108. La situazione, dunque, è

questa, veramente drammatica: nelle nostre città, nel nostro territorio, i giovani, anche laureati,

sono nella triste condizione di dover contare, quando capita, su lavori ed impieghi saltuari, con

ovviamente retribuzioni limitate. E fare il rilevatore per il censimento è una di queste occasioni

per i giovani che non hanno un'occupazione. Spesso lo si dimentica, ma in realtà quella del

lavoro è la questione principale da affrontare, a parte tutte le chiacchiere nazionali e locali. E,

invece, i giovani spesso sono sommersi ed affossati dal chiecchiericcio inutile e dalle indecenti

scemeze che bloccano il Paese, dalla mancanza d vere strategie per rilanciare l'occupazione

giovanile, dal maldestro tentativo di politicanti scambiati per politici, di puntare allìeffimero

sviluppo piuttosto che al ragionale progresso. E, dunque, un'avvilente verità sta già emergendo

dal 15° censimento generale: l'essersi trasformato in un censimento sulla disoccupazione

giovanile, soprattutto nel Sud. Indignarsi, a questo punto, è cosa buona e giusta.''

mercoledì 12 ottobre 2011

RILEVATORI CENSIMENTO: ANNULLARE LA GRADUATORIA


L'amministrazione comunale deve ANNULLARE la graduatoria dei rilevori del

censimento. Si deve procedere ad una più equa distribuzione: 50% laureati e 50 %

diplomati.

Del tutto discutibili, quindi, le modalità di scelta dei rilevatori del censimento.

Perchè? Perchè aver permesso a circa 400 diplomati di partecipare per poi escluderli

in toto forse manifesta una modalità di scelta sbagliata a monte. Però, magari fossero

solo i diplomati!

Ci sono oltre 300 giovani laureati, alcuni anche di lungo corso, nella nostra città che

non hanno prospettive occupazionali, tanto che hanno visto in questo bando un’occasione

imperdibile.E se si considera che l’ultimo laureato selezionato, aveva conseguito un voto di

laurea pari a 108 su 110 e lode, allora si ha un quadro ancora più sconsolante: nella nostra città

neanche un voto di laurea molto alto consente di accedere agevolmente al mondo del lavoro e

delle professioni.

Un mondo quello delle professioni nel quale si accede soltanto dopo lunghissimi “tirocinii” non

retribuiti, che in realtà sono veri e propri rapporti di lavoro subordinato fatto gratuitamente.

Un triste dato della realtà cittadina a cui va ad aggiungersi il fatto che molti giovani preferiscono

emigrare per cercare lavoro. E infatti in altre zone del Paese il lavoro lo trovano.

La politica locale ha il dovere di aprire una seria riflessione su questa realtà. Bisogna dare una

prospettiva di speranza a tutti coloro che vorrebbero mettere in pratica il proprio

talento nella propria città. Una città che invece si impoverisce giorno per giorno di quelle

effervescenze che dovrebbero diventare nuova classe dirigente. Non solo politica, ma

economica e sociale.

lunedì 10 ottobre 2011

Il Rottamatore


Da poco ho finito di leggere un libro. E voglio osare dicendo che è uno di quei libri che vanno letti. In questo periodo in maniera particolare.

Credo, però, che racchiuda una questione che potrebbe essere di attualità in ogni momento storico.

Mai come oggi gli italiani avvertono la distanza che li separa dalle istituzioni.

Ma forse ‘’istituzioni’’ è una parola un po’ troppo tecnica e quindi meglio dire: mai come oggi gli italiani avvertono la distanza che li separa dalla politica. Lo dimostrano i dati dell’astensionismo. A Napoli, ad esempio, durante l’ultima tornata elettorale, la metà degli aventi diritto al voto non è andata a votare al ballottaggio. Il neosindaco è stato sì eletto con oltre il 60% dei consensi, ma quel oltre 60% è il 60% della metà degli aventi diritto al voto.

Mai come nell’ultimo periodo gli italiani hanno deciso di non scegliere i propri rappresentanti non avendo, non vedendo, non potendo scegliere un’alternativa valida all’attuale maggioranza di governo.

Il libro si chiama ‘’Fuori!’’ ed è stato scritto da un tal Matteo Renzi. Sindaco del Partito Democratico. Governa una città chiamata Firenze. Ha vinto le primarie contro un candidato riconducibile a un certo Massimo Dalema.

Il messaggio che vuole lanciarci è chiaro: ricostruire un centrosinistra credibile, con delle idee valide e soprattutto con dei nuovi protagonisti.

E’ chiaro di come un centrosinistra credibile possa formarsi oggi soltanto attraverso lo strumento delle primarie, le quali permettono ai cittadini di scegliere i propri candidati. Io aggiungo che le primarie dovrebbero essere il punto di partenza per tutte le competizioni elettorali.

E’ chiaro che delle idee valide non possono essere costituite solo da critiche all’attuale maggioranza di governo. Critiche che non bastano ad acquisire consensi. Bisogna proporre un progetto. Di centrosinistra. Non un inciucio.

Ed è chiaro di come i nuovi protagonisti non possano essere chi siede al Parlamento da più di due legislature. La politica ha bisogno di volti nuovi. E in questo lo statuto del Partito Democratico può esserci d’aiuto quando dice che dopo due legislature bisogna ritirarsi. Ma è una di quelle regole talmente fatte bene che nessuno le rispetta.

‘’L’attuale classe dirigente del Paese ha già avuta la propria possibilità di cambiare le cose. Qualcosa è stato fatto, per carità. Nessuno ha il diritto di dipingere con una visione manichea e ideologica tutto il passato. Ma è constatazione palese, evidente agli occhi della stragrande maggioranza dei cittadini, comunque la pensino, chiunque votino, che questa generazione ha sprecato il proprio colpo in canna.’’

Renzi sta passando alla storia come il Rottamatore del Partito Democratico. Ma ci tiene a precisare che ‘’quell’espressione non è un inno al giovanilismo senza cervello, ma la fisiologica esigenza di un ricambio in Parlamento’’.

Ovviamente, consiglio questo splendido libro come punto di partenza per una nuova stagione politica.

Perchè un blog? Prima parliamo di Politica

Carl Schmitt - filosofo politico

Politica

(dal greco tà politikà, le cose che riguardano la polis, la città). L'insieme delle relazioni fra gli esseri umani, considerate dal punto di vista del potere, del conflitto, dell'ordine, dell'agire collettivo.

Le innumerevoli definizioni di politica - 'arte regià per Platone, rapporto amico/nemico per Carl Schmitt, 'sangue e m...' per Rino Formica - dicono più cose su chi le propone, e sui suoi tempi, che non su ciò che è definito: la politica è una dimensione nativa e essenziale dell'umanità, come il linguaggio o l'amore o l'economia, che trova infinite declinazioni, innumerevoli determinazioni, numerosissime forme istituzionali e altrettante legittimazioni.

C'è politica perché i rapporti fra esseri umani sono sempre rapporti di potere; perché tali rapporti generano conflitti; perché i conflitti devono trovare un ordine in cui si compongano; perché sul senso, la finalità, le forme, dell'ordine sorgono nuovi conflitti. C'è politica, insomma, perché gli esseri umani coesistono in modalità complesse, in intrecci di potere, che essi stessi hanno il potere di costruire e variare - in modo pacifico o violento, lentamente o bruscamente - dato che quelle modalità di coesistenza non sono stabilite dalla natura (a differenza di quanto succede negli animali sociali come le api).

Dunque non ci si può disinteressare della politica - questa ci coinvolgerà comunque - , né abolirla, sostituendola con le 'leggì dell'economia e della tecnica: se queste leggi governassero le cose umane, sarebbero esse stesse politica. Anzi, il primo gesto politico di un uomo o di un gruppo di uomini è acquisire consapevolezza della presenza intrascendibile della politica, e al tempo stesso della sua modificabilità a opera dell'agire umano. La politica è un destino, ma è un destino a cui possiamo dare forma con la ragione e con l'azione.